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Pistola e proiettili sul terrazzo, i carabinieri ammanettano sorvegliato speciale

La pistola e i proiettili sequestrati

Potrebbe aver sparato negli ultimi tempi la pistola calibro 9 trovata nella disponibilità di Massimiliano Salamina, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, già noto poiché soggetto coinvolto a pieno titolo nei processi che hanno sgominato la mala tarantina  degli anni ’90. Un’ipotesi, quella dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Taranto del tenente Pietro Laghezza, che avrebbe portato all’arrestato dell’uomo venerdì sera.

Salamina nascondeva l’arma con matricola abrasa, 15 proiettili, un paio di guanti ed un passamontagna sul terrazzo della sua abitazione. I militari lo hanno notato a bordo di uno scooter di grossa cilindrata e lo hanno bloccato. L’uomo ha subito mostrato segni di intolleranza al controllo, e così gli accertamenti si sono spostati anche alla sua abitazione. Il materiale sequestrato era nascosto in una cassetta elettrica sul terrazzo. La pistola, inoltre, era pronta all’uso: i proiettili erano già all’interno del caricatore inserito.

Salamina al termine degli accertamenti di rito è stato dichiarato in arresto e messo a disposizione del PM di turno, Enrico Bruschi, per rispondere dei reati di detenzione di porto d’arma clandestina e violazione delle prescrizioni relative alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

Ferito accidentalmente al braccio da un colpo d’arma da fuoco

Ha raccontato ai poliziotti delle Volanti giunte al pronto soccorso del Santissima Annunziata di essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco al braccio destro mentre si trovava per strada a Lido Azzurro. L’inquietante episodio sarebbe avvenuto ieri sera. Il giovane, un 26enne tarantino, avrebbe riferito agli inquirenti che mentre stava rientrando a casa ha visto due persone litigare per strada e di aver udito successivamente due spari uno dei quali lo ha raggiunto accidentalmente al braccio. Ricoverato nel nosocomio ionico se la caverà in 15 giorni. Gli agenti hanno dato il via alle indagini per fare piena luce sull’accaduto.

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Pistola in camera da letto, nei guai un sessantenne arrestato dalla polizia

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Pistola e cartucce in camera da letto. I falchi della Questura di Taranto hanno perquisito, l’latro pomeriggio, l’abitazione in centro di un 60enne siciliano già noto alle forze dell’ordine, Carmelo Noce, ed hanno trovato l’arma.
Nascosta in una cassapanca della camera da letto, infatti, i poliziotti hanno trovato una revolver calibro 22 pronta all’uso e 48 cartucce dello stesso calibro.
Il 60enne successivamente arrestato, è accusato di detenzione di arma da sparo e munizioni clandestine. Ora saranno i rilievi tecnici ad accertare se l’arma ritrovata sia stata usata di recente.
Nelle scorse settimane sempre gli uomini della questura avevano trovato altre armi in città. Quella volta, però, le attenzioni dei poliziotti si erano concentrate nel centro storico del capoluogo ionico. In un intercapedine di uno stabile diroccato, i falchi avevano recuperato una busta di plastica con all’interno due pistole semiautomatiche calibro 7,65, una Beretta ed una Walther, con due caricatori ed una sessantina proiettili sempre dello stesso calibro. Per assicurarne una perfetta conservazione e funzionalità, inoltre, i malviventi le avevano avvolte in alcuni panni di stoffa.

Rissa con sparatoria a San Giorgio Jonico, fermato il presunto autore

Salvatore Presta, 50 anni

Si conoscevano Cosimo Marinelli, 36enne e Salvatore Presta, 50 anni, rispettivamente vittima e presunto autore della sparatoria avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì a San Giorgio Jonico vicino al bar Panorama. I carabinieri della Compagnia e del Nor di Martina Franca, agli ordini del capitano Francesco Buconi e del tenente Francesco Bagnolo, hanno risolto in pochissimo il mistero della lite e del successivo ferimento a colpi di arma da fuoco del 36enne tarantino.

Entrambi erano vecchie conoscenze delle forze dell’ordine per reati contro la droga e non si esclude che la lite possa essere avvenuta proprio per motivi legati al traffico di sostanze stupefacenti o per motivi personali.

Marinelli quella notte era stato raggiunto da un proiettile alla gamba destra ed operato al Giannuzzi di Manduria.

I militari hanno ricostruito quanto accaduto nella notte. La lite sarebbe scoppiata intorno all’una e venti ed i carabinieri sono stati allertati dalla telefonata di una donna che segnalava la rissa. Proprio nel corso della telefonata i militari della sala operativa avrebbero udito in diretta gli spari.

Il primo sopralluogo, però, eseguito pochissimo tempo dopo, non avrebbe permesso di rinvenire i bossoli e gli avventori del bar dicevano di non aver visto nulla, né confermavano di aver sentito dei colpi di arma da fuoco.

È stata la Polizia di Grottaglie, intorno alle tre, a comunicare che Marinelli era stato accompagnato all’ospedale San Marco perché ferito con colpi di arma da fuoco.

Alle prime luci dell’alba c’è stato un secondo sopralluogo dei carabinieri nella zona panoramica della cittadina sangiorgese ed hanno ritrovato tre bossoli di proiettile per pistola calibro 6.35 ed alcune macchie di sangue.

Gli avventori del bar, in tutto una quindicina di persone, non sarebbero stati di supporto ai militari. Addirittura alcune hanno negato la loro presenza sul posto, poi riscontrata con l’incrocio delle dichiarazioni. I carabinieri hanno ricostruito due diverse fasi della rissa in due momenti a distanza di una ventina di minuti l’una dall’altra. Il ferimento di Marinelli sarebbe avvenuto nella seconda fase della rissa. Nella prima, invece, due ragazzi, probabilmente per il troppo alcol, avevano litigato. Restano ancora da chiarire i motivi che hanno scatenato la seconda fase della lite.

Le attenzioni dei carabinieri si sarebbero rivolte prima ad un giovane di san Giorgio Jonico, anche lui vecchia conoscenza delle forze dell’ordine per reati relativi alla droga, che poco prima aveva litigato con Marinelli.

Solo dopo il cerchio si è chiuso intorno a Salvatore Presta. L’uomo di Carosino, che nel frattempo aveva fatto ritorno a casa, è accusato di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco. Il 50enne dovrà anche chiarire il movente.

Litigano al bar e parte un colpo, ferito un uomo a San Giorgio Jonico

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Lite con sparatoria la notte scorsa a San Giorgio Jonico vicino al bar Panorama Cafè.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Martina Franca, quelli della stazione della cittadina e i militari della sezione rilievi del Comando Provinciale ionico stanno cercando di capire cosa sia effettivamente successo a notte fonda. Prima sarebbe scoppiato un acceso diverbio tra un gruppetto tanto da far spuntare una pistola. Ferito dai colpi di arma da fuoco il 36enne Cosimo Marinelli, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. L’uomo è stato raggiunto ad una gamba da un proiettile. È stato un amico dell’uomo a portarlo al pronto soccorso del San Marco di Grottaglie, di li si è reso necessario il trasferimento al Giannuzzi di Manduria per un intervento chirurgico durato diverse ore per estrarre un’ogiva rimasta nella gamba. Marinelli ne avrà per 30 giorni.
Saranno gli accertamenti di natura tecnica dei carabinieri a cercare di chiarire il motivo del tentato omicidio e soprattutto scovare gli autori del fatto, sentiti anche testimoni e le persone coinvolte nel litigio. Sul posto, intanto, sono stati trovati 3 bossoli di pistola calibro 22.

Litiga con l’ex genero e gli spara. In carcere 53enne per tentato omicidio

Il luogo del ferimento

Avrebbe esploso quattro colpi di pistola contro il genero al termine di un diverbio. È accaduto ieri sera al quartiere Paolo VI. La vittima, Nicola Capozza di 31 anni, si sarebbe presentata alla stazione Taranto Nord dei carabinieri con una ferita alla tempia raccontando di essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco dopo un diverbio col suocero avvenuto in via Bruno Buozzi.

L’uomo è stato immediatamente trasportato al Santissima Annunziata, contemporaneamente gli uomini dell’arma si sono messi al lavoro per fare luce sulla vicenda. I rilievi dei militari del Nucleo Investigativo e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Taranto hanno permesso di verificare che, proprio in via Buozzi, erano stati sparati quattro colpi di calibro 6,35. I bossoli, infatti, erano lungo la strada. Sempre a terra anche un orologio da polso che non apparteneva alla vittima. I carabinieri si sono subito messi alla ricerca del presunto aggressore, Filippo Solario 53enne tarantino. L’uomo è stato trovato dopo diverso tempo vicino l’abitazione della suocera sempre al quartiere Paolo VI.

Solario in un primo momento avrebbe ammesso di aver litigato col genero ma avrebbe anche negato di aver utilizzato l’arma da fuoco. Incalzato dagli investigatori che hanno messo in relazione il ritrovamento del suo orologio proprio nel luogo in cui erano stati rinvenuti i bossoli, l’uomo avrebbe confessato alla presenza del suo avvocato e del Pm Ida Perrone, di aver esploso i colpi di arma da fuoco contro il genero.

Solario avrebbe anche raccontato di essere esasperato dei continui litigi che aveva con Capozza, suo ex genero ormai da qualche mese, da quando cioè il 31enne aveva lasciato la figlia. L’esasperazione, dunque, lo aveva portato a procurarsi una pistola con il solo scopo di intimidire l’uomo e farlo desistere dai continui litigi. L’ira e la concitazione hanno poi preso il sopravvento. Medicato al pronto soccorso del nosocomio ionico, Capozza ha riportato una ferita alla tempia sinistra, se la caverà in 20 giorni.

L’ex suocero, invece, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ricettazione e porto abusivo di arma da fuoco.

 

Rapina in banca, arresto lampo dei carabinieri

La pistola usata per la rapina

Braccato ed arrestato nel giro di un’ora il rapinatore che all’ora di pranzo ha messo a segno una rapina in banca a Taranto. Paura in città proprio all’ora di punta per il conflitto a fuoco nato tra il malvivente ed i carabinieri, l’uomo è stato raggiunto da tre colpi alle gambe ed alla mano esplosi dai militari che si sono visti puntare contro un’arma da fuoco. In manette per possesso di arma da fuoco e rapina a mano armata è finito Fausto Balestieri, 43 anni, già noto alle forze dell’ordine e in affidamento in prova ai servizi sociali. L’uomo è stato trovato poco dopo in casa di alcuni parenti in via Leonida e poi portato in ospedale dove è piantonato in stato di arresto. Tutto è accaduto in 40 minuti. Il malvivente, intorno alle 13, con il volto coperto da cappellino e scaldacollo, armato di una  riproduzione di una pistola calibro 9 priva del tappo rosso, ha fatto irruzione nella filiale del Banco di Napoli di via Orazio Flacco, nelle vicinanze di via Cesare Battisti. L’uomo ha intimato agli impiegati di consegnargli quanto contenuto nelle casse. Nell’attesa che una delle casse temporizzate si aprisse, ha rapinato anche gli stessi dipendenti dell’istituto di credito, e poi è fuggito portando via la somma totale di 5mila euro. E’ scappato a piedi ma è stato intercettato da una pattuglia dei carabinieri allertata da una chiamata al 112 fatta da una cittadina. Immediatamente è iniziato l’inseguimento, prima a piedi fino a via Viscardi, dove Balestieri aveva parcheggiato la Fiat Punto utilizzata per mettere a segno il colpo, e poi in auto. Prima di fuggire in macchina, l’uomo ha puntato l’arma contro i militari che hanno reagito esplodendo dieci colpi di pistola in direzione della fiancata sinistra. Gli investigatori stanno ancora accertando se, durante la sparatoria, sia partito un colpo anche dalla pistola del rapinatore. Ingranata la marcia Balestieri è riuscito a guadagnare la fuga, l’auto però, anche grazie all’aiuto dell’elicottero della Guardia di Finanza che si è alzato in volo alla ricerca del rapinatore, è stata trovata parcheggiata in via Oberdan proprio all’angolo con via Leonida.

La Fiat Punto ritrovata in via Oberdan

L’uomo è stato trovato dai parenti. Recuperata la pistola nascosta in macchina. Per ora i militari non hanno ancora ritrovato il bottino. Balestieri è stato ricoverato nel reparto di chirurgia per le tre ferite d’arma da fuoco riportate: una alla coscia destra, una al ginocchio sinistro ed una alla mano sinistra. L’uomo non corre pericolo di vita, se la caverà in 40 giorni. I militari stanno ora accertando se l’uomo abbia agito da solo o con l’aiuto di alcuni complici.

Spari in periferia a Massafra, è mistero

Immagine di repertorio

I carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Massafra, diretti dal tenente Giuseppe Beltempo, indagano su una presunta sparatoria che si sarebbe verificata nella tarda mattinata in via Padre Abatangelo, nella periferia del paese.

Ad allertare le forze dell’ordine una telefonata anonima al 112 che segnalava la presenza di un uomo che rincorreva a piedi una persona imbracciando un fucile e sparando diversi colpi. I due sarebbero poi scappati nelle vie vicine in direzioni opposte.