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Asili nido, l’appello dei genitori «Preserviamo questo patrimonio»

Sei proposte chiare, sei punti da cui ripartire per mantenere e valorizzare gli asili nido comunali.
É la proposta dei genitori membri dei comitati di gestione delle 9 strutture tarantine, alla vigilia di un importante anniversario: i 30 anni dall’apertura avvenuta nel 1982, facendo di Taranto una delle poche città del Sud dotate di questi servizi. Una ricorrenza che sarà “celebrata” nei prossimi giorni con una serie di iniziative tesa a dare informazione e per riflettere sullo stato dell’arte del settore. Peraltro il 2 dicembre ricorre anche il 41esimo anniversario della legge 1044/71, istitutiva degli asili nido comunali come diritto alla formazione dei bambini sin dalla nascita e delle famiglie ad essere sostenute per conciliare i tempi del lavoro con quelli necessari per la crescita dei piccoli.
L’anno scolastico, però, nella nostra città si è aperto sotto pessimi auspici: uno dei 9 asili nido comunali, il Baby Club, ha dovuto chiudere i battenti (anche se temporaneamente), privando la città, e soprattutto i bambini, di un servizio di qualità, da sempre amato ed apprezzato dalle famiglie.
Il valore di queste istituzioni è ben chiaro a chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerle da vicino: gli asili nido comunali sono stati concepiti per favorire la crescita cognitiva e relazionale dei bambini assicurando il loro benessere psicologico e fisico in un clima di continuità e collaborazione con le famiglie. Le politiche comunitarie vorrebbero gli asili nido capaci di accogliere almeno il 33% dei bambini tra i tre mesi e i tre anni di età, ma purtroppo siamo ben lontani da quell’obiettivo: in Italia come a Taranto.
Ecco perché i genitori hanno deciso di indicare una via, una serie di tappe per rafforzare e rilanciare un servizio di cui si dicono orgogliosi. E la prima di queste consiste proprio nell’attuazione di vere politiche per l’infanzia, che attuino le linee di principio evitando ad esempio chiusure come quelle del Baby Club o ciò che sta per accadere allo Zero Tre, dove la cuoca andrà in pensione lasciando il posto vacante.
La seconda tappa consiste nel consolidamento del progetto pedagogico degli asili, che inevitabilmente prevede la realizzazione di una “Carta dei servizi 0-3”, terza tappa del percorso, una rivoluzione culturale nel rapporto tra strutture e cittadinanza, un decalogo cui ispirarsi per qualsiasi servizio che tocchi la fascia di età tra 0 e 3 anni, che negli asili si declina come documento di presentazione e impegno verso le famiglie. Tappa propedeutica, questa, alla quarta che introduce l’utilizzo di strumenti di comunicazione avanzata come il web per la promozione degli asili.
Le ultime due tappe, infine, definiscono al meglio il rilancio delle strutture: la quinta propone sperimentazioni per ampliare l’offerta formativa delle strutture, la sesta un messaggio diretto alle istituzioni affinché facciano di Taranto una città più a misura di bambino.

SBAGLIATO INASPRIRE LE TASSE A CARICO DEI CITTADINI CON L’AUMENTO DELL’IMU A TARANTO PER IL 2012

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A Taranto l’IMU sarà costosissima per tutti i proprietari di immobili e fabbricati che non siano prime case. La denuncia arriva dal consigliere comunale di opposizione Dante Capriulo.

«Lo scorso 7 agosto, con l’approvazione della proposta da parte della giunta comunale, ha avuto inizio (con molto ritardo) l’iter di approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2012 del Comune di Taranto.
In attesa di avere a disposizione tutta la necessaria documentazione per poter esprimere un giudizio complessivo, è balzato subito alla mia attenzione il fatto che la manovra è fondata su un forte inasprimento delle tasse a carico dei cittadini di Taranto.
In particolare, la proposta di deliberazione delle aliquote IMU per il 2012 prevede la conferma della aliquota ordinaria per l’abitazione principale (quindi quella media allo 0,4%) e l’elevazione al massimo per tutti gli altri immobili posseduti dai tarantini (ovvero l’1,06% per gli altri fabbricati, per i terreni e per le aree edificabili).

In valori assoluti, nel 2012, il Comune chiederà ai cittadini di Taranto di pagare oltre 53 milioni di euro per l’IMU rispetto ai poco più di 30 versati nel 2011 per l’ICI. Pertanto, ci sarà un aumento di
tassazione per lo stesso tributo di oltre il 75%.

A Taranto, dai dati disponibili, questo pesante aumento colpirà oltre 43.000 contribuenti.

Di conseguenza, quanto proposto dalla giunta aggraverà ancora di più la situazione già precaria dei proprietari di immobili utilizzati per piccole attività produttive, locati a fini abitativi, per negozi, per
luoghi di spettacolo, adibiti ad uffici per le attività professionali. Per non parlare degli immobili che restano sfitti o invenduti in zone colpite dall’inquinamento come al quartiere Tamburi.
Un intervento tributario che si scaricherà in particolare da un lato sulle locazioni abitative (e quindi anche sul fitto dei cittadini meno abbienti) e dall’altro sulle piccole attività produttive, commerciali
e professionali.

Invece, credo sia più opportuno puntare ad una seria riduzione delle spese, magari attivando una “spending review comunale”, e non mettere pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini, dei professionisti e delle imprese».

Dante Capriulo
Consigliere Comunale di Taranto

Periti e carabinieri nell’Ilva, ma ancora non c’è lo spegnimento degli impianti

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Sono arrivati all’interno dell’Ilva intorno a mezzogiorno i tecnici incaricati dalla magistratura ionica di sovrintendere allo spegnimento degli impianti. L’esecuzione del sequestro dell’area a caldo e il successivo spegnimento degli impianti non saranno immediati, così come aveva preannunciato il procuratore della Repubblica Franco Sebastio in conferenza stampa. Si tratta di un inizio delle procedure. Insieme ai custodi nominati dal Gip nello stabilimento ci sono anche i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico. I tecnici sono incaricati dal gip di «avviare le procedure tecniche per il blocco delle specifiche lavorazioni e per lo spegnimento».
I quattro tecnici hanno subito incontrato i dirigenti dello stabilimento per stabilire le procedure di chiusura degli impianti, che richiederanno tempi lunghi. I custodi giudiziari sono stati incaricati di sovrintendere alle procedure, osservando «le prescrizioni a tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica e a tutela dell’integrità degli impianti».
Intanto domattina alle 11 inizieranno gli interrogatori di garanzia per gli otto posti ai domiciliari dal gip Patrizia Todisco nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento ambientale da parte dell’Ilva. Si tratta degli ex presidenti dell’Ilva, Emilio e Nicola Riva (padre e figlio), dell’ex direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso, e dei responsabili dell’area sottoprodotti Ivan Di Maggio e dell’area agglomerato Angelo Cavallo. Il provvedimento restrittivo ha raggiunto anche Salvatore D’Alò, capo delle acciaierie 1 e 2, Salvatore De Felice, già capo area altiforni e attuale direttore del siderurgico dopo le dimissioni di Capogrosso avvenute qualche settimana fa, e Marco Andelmi, responsabile dell’area parchi minerali.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico.

Tensione su Equitalia, la proposta del prefetto di Taranto: «Lavoriamo insieme per lenire il conflitto sociale»

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Troppe tensioni intorno ad Equitalia, nelle ultime settimane.
Così tante che il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, ha ritenuto opportuno mettere intorno ad un tavolo i rappresentanti delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria e dei consumatori, i sindacati e le forze dell’ordine, per scovare una strategia buona per raffreddare il clima. Dopo gli attentati in tutta Italia, e dopo il blocco della sede ionica operato dai Cobas la scorsa settimana, infatti, il massimo rappresentante istituzionale della provincia ha deciso di coinvolgere chiunque abbia relazioni con la società di riscossione «per tentare di lenire il conflitto sociale in atto».
A ricordare quanto quel conflitto fosse vivo, ieri mattina ai piedi della Prefettura, c’erano proprio i rappresentanti dei Cobas. Nessuno scontro, ma una promessa urlata a gran voce, dopo il rifiuto di Sammartino a riceverne una delegazione: «Se il prefetto non ci incontrerà, mercoledì bloccheremo di nuovo Equitalia».
Alle minacce Sammartino ha preferito opporre un lavoro di ricucitura di tutte le parti sociali: «Se riusciamo a costituire una rete di relazioni – ha spiegato – affronteremo meglio le situazioni più difficili». Che concretamente significa intensificare il lavoro di informazione.
Le strade per alleggerire il peso degli accertamenti, infatti, esistono. Anche se i rappresentanti di Equitalia (il direttore regionale Alessandro Migliaccio e quello provinciale Fernando Prò) hanno dichiarato da subito di non poter non fare due cose: applicare la legge e gli interessi di mora. Una risposta alle tante sollecitazioni arrivate soprattutto dalle associazioni dei consumatori, che tengono il polso della disperazione di chi non ce la fa a pagare.
Tornando alle soluzioni, Sammartino ne ha dettata una di carattere generale: rafforzare il rapporto tra le istituzioni. «Solo in questo modo potremo dare risposte a cittadini che vivono nella disperazione – ha spiegato il prefetto – cercando di non abbandonarli alla loro solitudine». Quella stessa solitudine che, secondo il rappresentante istituzionale, finisce per «ampliare la zona grigia dell’usura, che potrebbe diventare endemica». La reazione di chi è disperato, infatti, non è solo il suicidio (e la cronaca a torto e ragione ne sta parlando) ma anche il ricorso a mezzi compromettenti dal punto di vista della legalità: «Ecco perché a questo tavolo abbiamo invitato anche le forze dell’ordine».
Praticamente questo impegno si traduce nel ridurre le distanze tra Equitalia e contribuenti. Alcune associazioni, come Casartigiani, hanno portato ad esempio la loro positiva esperienza di collaborazione con l’agenzia di riscossione: «Abbiamo uno sportello on line – ha spiegato la responsabile Domenica Annichiarico – e fino ad oggi non ci sono stati problemi». Poi ci sono gli sportelli informativi già attivi a Martina, Manduria e Ginosa, più uno di prossima apertura a Massafra. Ed infine, le agevolazioni rappresentate dalle rateizzazioni.
Le novità, invece, sono il rafforzamento dello Sportello d’Ascolto della sede ionica di Equitalia, che presto sarà implementato con uno Sportello Amico. A monte di tutto questo, però, il direttore regionale ha posto una sorta di regola aurea per lenire i conflitti: «Solo usando il buon senso potremo anche applicare le ferree leggi, che fa il Parlamento, in maniera più umana».
Intanto, questa prima riunione ha gettato le basi per un lavoro che si specializzerà in futuro per individuare tutte le aree di sofferenza del tessuto economico locale. A partire dalla stretta del credito, fino ai difficili rapporti tra Inps, Inail ed aziende, che messe alla corda innescano un processo di decadimento che arriva ai lavoratori e alle loro famiglie.
In questo senso, il prefetto Sammartino ha voluto coinvolgere anche la Chiesa, attraverso la Caritas diocesana di Taranto e Castellaneta: «Se l’informazione per alimentare il canale di collegamento con Equitalia non dovesse bastare – ha spiegato – resta come estrema soluzione la rete della solidarietà. Ma noi non ci arrendiamo».

La Carovana Antimafia di Libera a Taranto per parlare di corruzione e potere mafioso, illegalità e infiltrazioni criminali

Anche quest’anno tappa tarantina per la Carovana Antimafie organizzata da Arci, Libera ed Avviso Pubblico.

La Carovana sarà un’occasione per dare visibilità e concretezza all’impegno della società civile, sui temi della legalità, dei diritti e della democrazia.

Il tour è partito l’undici aprile scorso da Roma per arrivare l’undici ottobre in Sicilia, in un viaggio che per circa 80 giorni attraverserà tutte le regioni italiane, la Francia e l’Africa settentrionale.

Titolo di quest’anno della Carovana è  “Fare Società”. Un tema che vuole parlare della possibilità di liberarsi dalla corruzione e dal potere mafioso, per liberare il lavoro dall’illegalità e dalle infiltrazioni criminali, per sperimentare nuove forme di partecipazione che rendano più viva la democrazia, per costruire futuro e speranza in un mondo diverso.

La Carovana di Libera arriverà nel capoluogo ionico lunedì prossimo, 21 maggio.


Diverse le iniziative organizzate per accogliere i carovanieri, “narratori” ufficiali del lavoro di antimafia sociale, sono: “Costruire comunità responsabili: cultura, legalità democratica, diritti, educazione, giustizia sociale”. Primo appuntamento al Circolo Arci di San Gorgio Ionico alle 10 con il dibattito e la presentazione del libro “Taranto tra pistole e ciminiere..” scritto a quattro mani dal Procuratore Aggiunto Nicolangelo Ghizzardi ed il giornalista Arturo Guastella.

Alle 18, invece, appuntamento all’Istituto Pertini Fermi dove è previsto                                                     un convegno sui temi della Carovana  con la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio,                                                                 il dirigente scolastico dell’istituto, Brigida sforza, Filomena Principale, Dirigente Cgil Taranto                                                                                , per l’Arci Andrea Cazzato e Anna Maria Bonifazi di Libera Taranto.

Mostre, corti, reportage e documentari  prodotti e distribuiti da Libera, tra cui “Mafie al Nord”, “Oltre Gomorra” e “La Pedata di Dio” viaggiano con il furgone della Carovana.

Masciari, il coraggio di dire “no” alla ‘ndrangheta

Due giorni tarantina per Pino Masciari, l’imprenditore edile calabrese sottoposto a programma di protezione speciale insieme alla moglie e ai suoi due figli dal 1997, da quando cioè denunciò la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica. La sua storia è diventata un libro scritto a quattro mani con la moglie Marisa, “Organizzare il coraggio: la nostra vita contro la ‘ndrangheta”.

Masciari sarà nel capoluogo ionico giovedì 12 e venerdì 13 aprile, ospite dell’organizzazione Libera Taranto, per incontrare gli studenti delle scuole e dell’università, per testimoniare che le mafie si combattono parlando, scegliendo di stare dalla parte giusta.

Appuntamento giovedì alle 19,30 nell’Auditorium della parrocchia di San Lorenzo in viale Magna Grecia e venerdì mattina alle 10 nella sede della Facoltà di Giurisprudenza in via Acton.

L’imprenditore nel romanzo racconta gli anni di vita blindata, fatta di amarezze e sofferenze. E’ la storia di un incubo, la storia di un cittadino onesto, testimone di giustizia, esiliato in patria, la storia di un padre di famiglia che ha lottato per i suoi diritti e per quelli dei suoi figli e per la sua terra: la Calabria.

Da poco Masciari è uscito dal programma di protezione ed ora è sotto scorta, ma continua a vivere in una situazione di “allarme”, perché la ‘ndrangheta non dimentica chi l’ha sfidata.

L’Italia sono anch’io, raccolte le firme anche a Taranto e provincia

Una valanga di firme! L’obiettivo delle 50.000 firme necessarie per presentare le due proposte di legge di iniziativa popolare promosse dalla Campagna “L’Italia sono anch’io” è stato raggiunto e largamente superato. Lo annunciano le organizzazioni promotrici che il 6 marzo alle 12 hanno consegnato le firme alla Camera dei Deputati. La raccolta firme è stata promossa, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, da 19 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del comitato promotore è il sindaco Graziano Delrio.

Sul sito della campagna (www.litaliasonoanchio.it) sono pubblicati i testi integrali delle due

proposte di legge di iniziativa popolare e altri materiali di approfondimento

Decine di migliaia di cittadine e cittadini hanno voluto, con la loro firma, condividere le ragioni della Campagna: una riforma della legge che attualmente regolamenta l’accesso alla cittadinanza per le persone di origine straniera e l’introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri residenti.

Un successo straordinario, possibile solo grazie ai tanti comitati locali che si sono costituiti in tutta la penisola per sostenere la Campagna. Centinaia di volontari hanno organizzato in questi sei mesi una miriade di iniziative di informazione e confronto, avvicinando migliaia di cittadini che spesso hanno dimostrato una grande sensibilità alle tematiche proposte.

Nella provincia di Taranto la chiusura della campagna ha portato ad un importante consenso della cittadinanza, nonostante le avverse condizioni climatiche e la brevità del tempo disponibile: sono state infatti inviate al centro di raccolta nazionale 1397 firme a favore della modifica della legge per l’acquisizione della cittadinanza e 1256 per l’attribuzione del diritto di voto. Firme raccolte in città e nei centri della provincia dove erano presenti Circoli ARCI e presidi di Libera, con risultati  molto significativi raggiunti a Grottaglie e Mottola.

La raccolta delle firme è stata svolta dal gruppo attivo del Comitato Territoriale, nei  banchetti per le strade e piazze e  grazie all’ospitalità ricevuta in occasione di momenti di riunione associative delle organizzazioni aderenti. Anche i sagrati delle chiese .sono stati luoghi di raccolta, come pure circoli culturali. In una scuola, l’ITIS A.Pacinotti, è stato dedicato alla questione dei migranti un momento particolare di approfondimento con le quinte classi dell’Istituto.

La consegna delle firme rappresenta solo la prima tappa di un percorso che sarà ancora lungo

e impegnativo. I promotori de L’Italia sono anch’io hanno deciso quindi di non fermarsi qui: al più presto partirà una nuova campagna di comunicazione,  per tener viva l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi sollevati e premere sui parlamentari perché si avvii la discussione sulle proposte di legge per arrivare in tempi rapidi alla loro  auspicata approvazione.

In queste ore la cronaca  riporta notizie drammatiche sulla ripresa degli sbarchi di migranti a Lampedusa. Sono donne e uomini disperati, in fuga da guerre e persecuzioni ai quali l’Italia non riesce a offrire un’accoglienza rispettosa dei diritti umani e della dignità, compromettendo di fatto la  protezione  e il diritto di accesso all’asilo e contravvenendo ai principi sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani sancita nella  Convenzione   di Ginevra, dal Protocollo  sullo status dei rifugiati, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, dalla Convenzione dell’ONU sul respingimento e della Convenzione europea dei diritti umani, che pure ha sottoscritto.

L’Italia sono anch’io, Libera per i bambini figli di stranieri regolari

E’ terminata il 20 febbraio la raccolta delle firme per sostenere due disegni di legge di iniziativa popolare: una riforma del diritto di cittadinanza perché anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che riconosca il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.
Siamo in attesa della comunicazione dei dati finali conseguiti a livello nazionale nella raccolta delle firme. Perché il Parlamento sia obbligato all’esame dei disegni di legge occorrono 50.000 firme valide per ognuno di essi.
Questa raccolta è stata promossa dalla campagna “L’Italia sono anch’io” lanciata dal Comitato Nazionale raggruppante 19 organizzazioni della società civile, tra cui l’ARCI, ACLI, la Caritas, la CGIL, la Federazione delle chiese evangeliche, Libera, Migrantes, Tavola della Pace.
Il Comitato Territoriale di Taranto, comprendente i riferimenti provinciali delle su nominate organizzazioni, ha registrato l’adesione anche dell’Associazione Babele, Legambiente, SPI-CGIL, Pax Christi, UIL, Unicef ed il sostegno di PDCI, Rifondazione Comunista e Sinistra Critica. Si è autonomamente impegnato anche il circolo PD A. Gramsci.
Il Comitato Territoriale, non appena costituitosi, ha iniziato, nella seconda metà del mese di dicembre 2011, l’attività di presentazione delle due proposte di legge all’opinione pubblica e di sensibilizzazione dei cittadini sui temi dell’immigrazione.
La chiusura della campagna a livello provinciale ha potuto consuntivare un ragguardevole consenso della cittadinanza, nonostante le avverse condizioni climatiche e la brevità del tempo disponibile: sono state infatti inviate al centro di raccolta nazionale 1397 firme a favore della modifica della legge per l’acquisizione della cittadinanza e 1256 per l’attribuzione del diritto di voto. Tali numeri si ripartiscono in 964 (cittadinanza) e 831 (diritto di voto) firme raccolte a Taranto città e rispettivamente 433 e 425 raccolte nei centri della provincia dove erano presenti Circoli ARCI e presidi di Libera, con risultati molto significativi raggiunti a Grottaglie e Mottola.
La raccolta delle firme è stata svolta dal gruppo attivo del Comitato Territoriale, oltre che nei tradizionali banchetti per le strade e piazze, anche grazie all’ospitalità ricevuta in occasione di momenti di riunione associative delle organizzazioni aderenti. Anche i sagrati delle chiese .sono stati luoghi di raccolta, come pure circoli culturali. In una scuola, l’ITIS A.Pacinotti, è stato dedicato alla questione dei migranti un momento particolare di approfondimento con le quinte classi dell’Istituto.
Il Comitato Territoriale, pur conscio del campione limitato ed anche del pre-orientamento tendenzialmente favorevole dei cittadini cui si chiedeva la firma, dati i contesti in cui veniva posta la richiesta, segnala di non avere incontrato elementi di xenofobia o addirittura di razzismo. Le perplessità ricorrenti, ove espresse e quasi sempre non ostative rispetto alla apposizione delle firme, hanno riguardato la supposta concorrenza con gli autoctoni, rispetto alla ricerca del lavoro possibile. Il Comitato Territoriale segnala anche che il risultato raggiunto è stato ottenuto in un silenzio pressoché totale dei mass media durante tutta la campagna.
Anche per questo, il Comitato Territoriale ringrazia tutte le cittadine e tutti i cittadini che, con l’apposizione della loro firma, hanno voluto segnalare di essere parte attiva nell’aprire un percorso dove la questione della cittadinanza e del diritto di voto degli immigrati regolari costituiscono un salto di qualità per la democrazia italiana.