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Eredita dal nonno l’attività usuraia, 31enne tarantino beccato dalla Polizia finisce in manette

Dal nonno avrebbe ricevuto un testimone importante: riscuotere dai commercianti del Borgo di Taranto le rate dei prestiti a tassi usurari che nel tempo aveva concesso.

I crediti che il 31enne Domenico Marrella avrebbe riscosso per conto del nonno Domenico Ferrigni (70enne arrestato dalla Polizia nel marzo scorso) avevano degli interessi che variavano dal 5 al 10% mensile.

Così come per il nonno anche il nipote è stato arrestato dagli uomini della Questura di Taranto. I poliziotti infatti, nel corso di un’attività di indagine durata 4 mesi, avrebbero accertato che Marrella era diventato il braccio operativo del 70enne. Pare che fosse il nonno stesso ad impartire gli ordini dal carcere.

Ferrigni nel tempo si era fatto conoscere dai commercianti del Borgo proprio per i suoi metodi poco ortodossi di riscossione: l’uomo, infatti, nonostante fosse ai domiciliari nelle due ore di permesso continuava la sua attività usando anche metodi piuttosto violenti.

Nonno e nipote ora sono rinchiusi nel carcere di Taranto.

La polizia festeggia i 160 anni. Il questore Mangini “Compostezza, capacità di reazione ed unità di intenti per respingere ogni atto di violenza”

Immagine di repertorio

Celebrata anche a Taranto la festa della Polizia a 160 anni dalla fondazione. Nella sede universitaria della Caserma Rossarol, nel cuore antico del capoluogo ionico, il questore Enzo Mangini ha sottolineato la necessità di reagire e restare uniti per respingere gli atti di violenza che hanno visto protagoniste l’Italia e la Puglia.

«Questa manifestazione – ha sottolineato il questore – cade in un periodo assai difficile per la vita del nostro Paese, in cui alle difficoltà presenti si associano timori per le prospettive future».

Una festa in cui si sono voluti sottolineare la presenza e l’impegno della Polizia di Stato sul territorio, a cominciare proprio dalla scelta della sede. «Abbiamo ritenuto quest’anno di organizzare il tradizionale anniversario nel nucleo storico di Taranto,la Città Vecchia, che è stata cuore della vita cittadina e merita oggi ogni attenzione perché possa riacquistare la sua centralità nel contesto urbano. Anche la scelta del luogo – ha continuato Mangini – risponde a precise motivazioni. Questo storico edificio ospita realtà ormai affermate nel panorama culturale e scientifico locale, quali le Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione, che rappresentano – insieme alle altre Facoltà del Polo Universitario Jonico – una grande occasione di crescita e sviluppo per tutta la provincia».

Il Questore di Taranto Enzo Mangini

Il questore ionico ha poi passato in rassegna gli ultimi 12 mesi che hanno rappresentato un periodo molto impegnativo. A cominciare dalla “emergenza Nord-Africa” nel Centro di Accoglienza ed Identificazione di Manduria, rimasto operativo sino a settembre scorso che ha ospitato circa 12mila extracomunitari.

«Incisiva l’azione di contrasto della criminalità organizzata – ha detto ancora il questore – nel cui ambito sono state portate a compimento dalla Polizia di Stato diverse operazioni».

L’operazione Octopus della Squadra Mobile, le indagini erano state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nell’autunno scorso ha portato all’arresto di 11 persone che operava a Taranto e nel materano. Tutti si erano resi responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzione e porto abusivo di armi, usura e riciclaggio.

A febbraio gli uomini del Commissariato di Manduria, in collaborazione conla Squadra Mobile, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno arrestato 18 persone appartenenti ad una organizzazione che agiva nella zona orientale della provincia, con collegamenti anche nel brindisino, per associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto abusivo di materiale esplodente, tentato omicidio, estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti.

Ed ancora l’arresto della Squadra Mobile, sempre a febbraio, a Castellaneta di un pluripregiudicato latitante da oltre quattro mesi, ritenuto responsabile di concorso in un duplice omicidio con occultamento di cadavere avvenuto nelle campagne di Massafra, nel maggio 2011. Per lo stesso episodio, determinato da contrasti insorti tra opposti gruppi malavitosi, altre due persone erano già state arrestate.

Non solo arresti ma anche sequestri di armi e droga. L’ultimo, solo in ordine di tempo, quello di 20 chili di hashish avvenuto la scorsa settimana proprio in città vecchia.

«La situazione della sicurezza pubblica in questo territorio – ha sottolineato il questore – risente attualmente della difficile congiuntura economico-occupazionale, che non manca di acuire i conflitti e il disagio sociale, con ricadute negative sul piano della sicurezza reale e percepita».

Dal dottor Mangini, infine, l’appello alla collaborazione da parte di quanti sono caduti nella rete del racket e dell’usura. Continua a registrarsi, dice, un ridotto numero di denunce rispetto allo stimato sommerso, malgrado gli sforzi operati, anche attraverso le associazioni di categoria e gli sportelli antiracket.